Questo contributo analizza la mostra "Tra rivolta e rivoluzione: immagine e progetto", organizzata dall’Ente Bolognese Manifestazioni Artistiche e tenutasi in diverse sedi nella città emiliana tra il novembre 1972 e il gennaio 1973. Ideata come primo momento di riflessione sugli esiti della passata stagione contestativa (1968-1972), la mostra attraversava diverse discipline (arte, cinema, teatro, musica, architettura e urbanistica) tentando di fare il punto sui rapporti tra pratica culturale e impegno politico. A questo proposito, si avvaleva dell’esposizione di materiali prodotti dai movimenti come di opere artistiche, film, spettacoli e progetti di urbanistica, cercando di affrontare il recente passato ed esaminare le possibili proposte culturali nel clima di tensione dei primi anni Settanta in Italia. In particolare, si discute qui la sezione "Arte/Iconografia politica" a cura del critico Franco Solmi e dell’artista Concetto Pozzati, dove un eterogeneo gruppo di documenti e opere d’arte era esposto secondo criteri di “contenuto” politico, al di là delle rispettive poetiche o tecniche espressive. Sono messe quindi in luce le contraddizioni sorte nell’utilizzare la mostra come dispositivo di documentazione “parziale” (al tempo selettiva e militante) rivolta al grande pubblico e di “autocritica” indirizzata ai professionisti del settore. Questo atteggiamento è inoltre considerato all’interno delle ambizioni, ideologiche, di “interdisciplinarietà” e “decentramento” delle attività culturali, caratteristiche del dibattito istituzionale in quegli anni.

Documenti d'arte impegnata: "Tra rivolta e rivoluzione: immagine e progetto", Bologna, 1972-1973

CATENACCI SARA
2016-01-01

Abstract

Questo contributo analizza la mostra "Tra rivolta e rivoluzione: immagine e progetto", organizzata dall’Ente Bolognese Manifestazioni Artistiche e tenutasi in diverse sedi nella città emiliana tra il novembre 1972 e il gennaio 1973. Ideata come primo momento di riflessione sugli esiti della passata stagione contestativa (1968-1972), la mostra attraversava diverse discipline (arte, cinema, teatro, musica, architettura e urbanistica) tentando di fare il punto sui rapporti tra pratica culturale e impegno politico. A questo proposito, si avvaleva dell’esposizione di materiali prodotti dai movimenti come di opere artistiche, film, spettacoli e progetti di urbanistica, cercando di affrontare il recente passato ed esaminare le possibili proposte culturali nel clima di tensione dei primi anni Settanta in Italia. In particolare, si discute qui la sezione "Arte/Iconografia politica" a cura del critico Franco Solmi e dell’artista Concetto Pozzati, dove un eterogeneo gruppo di documenti e opere d’arte era esposto secondo criteri di “contenuto” politico, al di là delle rispettive poetiche o tecniche espressive. Sono messe quindi in luce le contraddizioni sorte nell’utilizzare la mostra come dispositivo di documentazione “parziale” (al tempo selettiva e militante) rivolta al grande pubblico e di “autocritica” indirizzata ai professionisti del settore. Questo atteggiamento è inoltre considerato all’interno delle ambizioni, ideologiche, di “interdisciplinarietà” e “decentramento” delle attività culturali, caratteristiche del dibattito istituzionale in quegli anni.
2016
9788879756280
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11771/22199
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