Ideata all’indomani di "Volterra 73" da Enrico Crispolti e dal gruppo di artisti a lui legato, "Operazione Roma Eterna" si definisce nel 1974 con il tema: "Proposte progettuali e azioni d’intervento e di interpretazione urbana su e in Roma". La manifestazione si articolava in due parti distinte e complementari: la prima, internazionale e immaginativa, prevedeva la commissione di opere che reinterpretassero la Roma monumentale e turistica; la seconda corrispondeva a un momento di rapporto concreto con la città, dove gli artisti erano chiamati a dialogare con la sua realtà sociale, attivando azioni di “co-operazione” capaci di scardinare il rapporto “operatore-fruitore” e renderlo paritario. Lo scopo non era abbellire la città, ma agire insieme alle realtà locali per avviare processi conoscitivi e di emancipazione sociale. Per questo, fu scelto il quartiere Testaccio, una zona periferica del centro storico con un vivace attivismo “di base”. Progetto sia internazionale sia locale, "Operazione Roma Eterna" doveva terminare con una grande mostra al Palazzo delle Esposizioni, mai avverata. I documenti delle uniche azioni realizzate furono esposti da Crispolti alla Biennale di Venezia nel 1976. Grazie ai materiali presenti nell’archivio del critico romano, è qui ricostruita la storia di questa progettazione, durata tre anni, con particolare attenzione agli interventi concretizzati e al tipo di collaborazione instaurata. Importante momento di elaborazione nella ricerca di modelli espositivi e di commissione artistica alternativa, "Operazione Roma Eterna" è inoltre considerata nei suoi rapporti, spesso di opposizione, con altre manifestazioni coeve in Italia.
Un esperimento di rifondazione co-operativa: Operazione Roma Eterna, 1974-1976
Sara Catenacci;
2017-01-01
Abstract
Ideata all’indomani di "Volterra 73" da Enrico Crispolti e dal gruppo di artisti a lui legato, "Operazione Roma Eterna" si definisce nel 1974 con il tema: "Proposte progettuali e azioni d’intervento e di interpretazione urbana su e in Roma". La manifestazione si articolava in due parti distinte e complementari: la prima, internazionale e immaginativa, prevedeva la commissione di opere che reinterpretassero la Roma monumentale e turistica; la seconda corrispondeva a un momento di rapporto concreto con la città, dove gli artisti erano chiamati a dialogare con la sua realtà sociale, attivando azioni di “co-operazione” capaci di scardinare il rapporto “operatore-fruitore” e renderlo paritario. Lo scopo non era abbellire la città, ma agire insieme alle realtà locali per avviare processi conoscitivi e di emancipazione sociale. Per questo, fu scelto il quartiere Testaccio, una zona periferica del centro storico con un vivace attivismo “di base”. Progetto sia internazionale sia locale, "Operazione Roma Eterna" doveva terminare con una grande mostra al Palazzo delle Esposizioni, mai avverata. I documenti delle uniche azioni realizzate furono esposti da Crispolti alla Biennale di Venezia nel 1976. Grazie ai materiali presenti nell’archivio del critico romano, è qui ricostruita la storia di questa progettazione, durata tre anni, con particolare attenzione agli interventi concretizzati e al tipo di collaborazione instaurata. Importante momento di elaborazione nella ricerca di modelli espositivi e di commissione artistica alternativa, "Operazione Roma Eterna" è inoltre considerata nei suoi rapporti, spesso di opposizione, con altre manifestazioni coeve in Italia.File | Dimensione | Formato | |
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