Il dialogo erasmiano Ciceronianus sive de optimo dicendi genere, a dispetto del tema tutto umanistico, non è affatto destituito di interesse filosofico, e le teorie che se ne possono estrarre a proposito della lingua e della ragione dell’uomo ne fanno anzi un capitolo affascinante della storia della filosofia tout court, e uno snodo fondamentale nello sviluppo del pensiero erasmiano. L'analisi contenuta in questo articolo intende mettere in luce precisamente questi aspetti, conducendo una riflessione sul testo del Ciceronianus che ne illumini le dottrine di filosofia della lingua, nel quadro complessivo del pensiero antropologico di Erasmo e delle sue riflessioni etiche e teologiche. Dalla materia apparentemente di dettaglio del dialogo emerge un discorso veritativo che aspira all’universalità, e che tuttavia non va mai disgiunto da un risvolto di sorprendente concretezza pratica. All’altissima riflessione teorica sulla crisi e persino sul dramma del proprio tempo scismatico, in effetti, Erasmo unisce sempre una pragmatica attenzione ai rimedi possibili per quella crisi, e li individua nell’impiego paziente del buon senso e della ragione, soli medici efficaci contro la malattia della lingua, che esprime e rende visibile un’endemica malattia del pensiero.

«ὁ λόγος τῷ λόγῳ mihi medicatus est». Lingua, pensiero, realtà (e la cura di un ragionevole buon senso) nel Ciceronianus di Erasmo

Marco Signori
2021-01-01

Abstract

Il dialogo erasmiano Ciceronianus sive de optimo dicendi genere, a dispetto del tema tutto umanistico, non è affatto destituito di interesse filosofico, e le teorie che se ne possono estrarre a proposito della lingua e della ragione dell’uomo ne fanno anzi un capitolo affascinante della storia della filosofia tout court, e uno snodo fondamentale nello sviluppo del pensiero erasmiano. L'analisi contenuta in questo articolo intende mettere in luce precisamente questi aspetti, conducendo una riflessione sul testo del Ciceronianus che ne illumini le dottrine di filosofia della lingua, nel quadro complessivo del pensiero antropologico di Erasmo e delle sue riflessioni etiche e teologiche. Dalla materia apparentemente di dettaglio del dialogo emerge un discorso veritativo che aspira all’universalità, e che tuttavia non va mai disgiunto da un risvolto di sorprendente concretezza pratica. All’altissima riflessione teorica sulla crisi e persino sul dramma del proprio tempo scismatico, in effetti, Erasmo unisce sempre una pragmatica attenzione ai rimedi possibili per quella crisi, e li individua nell’impiego paziente del buon senso e della ragione, soli medici efficaci contro la malattia della lingua, che esprime e rende visibile un’endemica malattia del pensiero.
2021
Erasmo, Cicerone, filosofia del linguaggio, medicina, lingua, umanesimo, verità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11771/25281
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