Durante il XX secolo la mobilità e il mondo dei trasporti sono diventati sempre più insostenibili, trasformando il territorio e il modo di muoversi delle ultime tre generazioni in funzione del più inquinante trasporto motorizzato privato. La motorizzazione di massa e l’urbanizzazione sregolata, infatti, hanno generato un quadro di “iper-mobilità” con conseguenze negative per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il presente contributo intende analizzare le profonde trasformazioni economiche e sociali del territorio situato a nord della città di Catania degli ultimi cinquant’anni e si interroga sulla mancata realizzazione di un efficiente sistema di trasporto pubblico per l’area denominata “Etna Sud”, oggi popolata da più di 200 mila persone. La recente letteratura afferente al settore storico si è adoperata per un approccio interdisciplinare con approfonditi studi sulla mobilità sostenibile e sul rilancio del trasporto collettivo. In tal senso, Maggi ha evidenziato l’importanza dell’approccio storico allo studio della mobilità al fine di una scelta più consapevole e sostenibile. Già nel 1984 Amendola, riconoscendo le caratteristiche mutevoli della dimensione sociale delle città, “imponeva” all’urbanistica di scegliere modelli che presentassero il minor numero di incongruenze per la collettività nel corso del tempo. De Castro invece, sottolinea che solo il trasporto pubblico urbano ed extraurbano può garantire “dinamismo economico e coesione sociale, minori costi, minori spazi stradali occupati, meno energia consumata e minori danni alla salute dei cittadini”. Più recentemente studiosi di sociologia urbana come Nuvolati , Castiglioni , e Galdini hanno posto l’attenzione alla complessità urbana, superando quel rapporto dicotomico tra centro e periferia. La ricerca, quindi, viene condotta utilizzando un approccio interdisciplinare, attraverso strumenti metodologici della storia, della sociologia e della geografia.
Mobilità in-sostenibile dell’area Etna Sud, nella Città Metropolitana di Catania
Giulio Pappa
2023-01-01
Abstract
Durante il XX secolo la mobilità e il mondo dei trasporti sono diventati sempre più insostenibili, trasformando il territorio e il modo di muoversi delle ultime tre generazioni in funzione del più inquinante trasporto motorizzato privato. La motorizzazione di massa e l’urbanizzazione sregolata, infatti, hanno generato un quadro di “iper-mobilità” con conseguenze negative per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il presente contributo intende analizzare le profonde trasformazioni economiche e sociali del territorio situato a nord della città di Catania degli ultimi cinquant’anni e si interroga sulla mancata realizzazione di un efficiente sistema di trasporto pubblico per l’area denominata “Etna Sud”, oggi popolata da più di 200 mila persone. La recente letteratura afferente al settore storico si è adoperata per un approccio interdisciplinare con approfonditi studi sulla mobilità sostenibile e sul rilancio del trasporto collettivo. In tal senso, Maggi ha evidenziato l’importanza dell’approccio storico allo studio della mobilità al fine di una scelta più consapevole e sostenibile. Già nel 1984 Amendola, riconoscendo le caratteristiche mutevoli della dimensione sociale delle città, “imponeva” all’urbanistica di scegliere modelli che presentassero il minor numero di incongruenze per la collettività nel corso del tempo. De Castro invece, sottolinea che solo il trasporto pubblico urbano ed extraurbano può garantire “dinamismo economico e coesione sociale, minori costi, minori spazi stradali occupati, meno energia consumata e minori danni alla salute dei cittadini”. Più recentemente studiosi di sociologia urbana come Nuvolati , Castiglioni , e Galdini hanno posto l’attenzione alla complessità urbana, superando quel rapporto dicotomico tra centro e periferia. La ricerca, quindi, viene condotta utilizzando un approccio interdisciplinare, attraverso strumenti metodologici della storia, della sociologia e della geografia.File | Dimensione | Formato | |
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