Il contributo analizza il disegno di legge n. 1717, approvato dalla Camera dei deputati il 15 maggio 2024 e attualmente in discussione al Senato con il numero 1143, recante disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e contrasto ai reati informatici. Il testo normativo interviene in modo trasversale su diversi aspetti del sistema penale, estendendo il perimetro applicativo delle misure proprie del contrasto alla criminalità organizzata anche ai fenomeni di cybercriminalità, secondo una logica ispirata all’approccio integrato previsto dalla direttiva NIS2 e alle evidenze contenute nei più recenti rapporti Europol (IOCTA 2023) e nelle analisi della Fondazione Magna Grecia. Viene evidenziata l’evoluzione della criminalità organizzata nel cyberspazio, caratterizzata da una struttura liquida, transnazionale e ad alta intensità tecnologica, che si avvale di competenze professionali settoriali e modalità operative tipiche delle economie digitali. In questo scenario, il DDL introduce rilevanti novità: estensione delle intercettazioni ai reati informatici gravi, allungamento della durata delle indagini preliminari, protezione dei collaboratori di giustizia e coinvolgimento del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo nel coordinamento delle indagini. Particolare rilievo assume l’art. 21 del DDL, che conferisce agli operatori del CSIRT-Italia la qualifica di pubblici ufficiali, stabilendo un flusso informativo obbligatorio tra autorità giudiziaria, ACN e Ministero dell’Interno. Viene delineato un modello di law enforcement by design fondato sull’integrazione tra prevenzione tecnologica e strumenti tradizionali di contrasto alla criminalità mafiosa. Infine, si affronta la questione della giurisdizione e della territorialità dei reati informatici, ponendo l’attenzione sulla necessità di criteri sovranazionali condivisi, alla luce della de-localizzazione del locus commissi delicti e della natura ubiquitaria del cyberspazio. L’elaborato adotta un approccio empirico-qualitativo basato sull’analisi di fonti legislative, giurisprudenza, best practices, linee guida europee e rapporti di intelligence, al fine di valutare l’impatto del nuovo impianto normativo sulla tutela della sicurezza nazionale e sul contrasto alla criminalità organizzata in ambiente digitale.
Il DDL Cybersicurezza n. 1717 come strumento di tutela del cyberspace e del diritto di sicurezza nazionale avverso la transizione digitale ed ambientale del crimine organizzato a stampo mafioso
Tina Salerno
2025
Abstract
Il contributo analizza il disegno di legge n. 1717, approvato dalla Camera dei deputati il 15 maggio 2024 e attualmente in discussione al Senato con il numero 1143, recante disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e contrasto ai reati informatici. Il testo normativo interviene in modo trasversale su diversi aspetti del sistema penale, estendendo il perimetro applicativo delle misure proprie del contrasto alla criminalità organizzata anche ai fenomeni di cybercriminalità, secondo una logica ispirata all’approccio integrato previsto dalla direttiva NIS2 e alle evidenze contenute nei più recenti rapporti Europol (IOCTA 2023) e nelle analisi della Fondazione Magna Grecia. Viene evidenziata l’evoluzione della criminalità organizzata nel cyberspazio, caratterizzata da una struttura liquida, transnazionale e ad alta intensità tecnologica, che si avvale di competenze professionali settoriali e modalità operative tipiche delle economie digitali. In questo scenario, il DDL introduce rilevanti novità: estensione delle intercettazioni ai reati informatici gravi, allungamento della durata delle indagini preliminari, protezione dei collaboratori di giustizia e coinvolgimento del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo nel coordinamento delle indagini. Particolare rilievo assume l’art. 21 del DDL, che conferisce agli operatori del CSIRT-Italia la qualifica di pubblici ufficiali, stabilendo un flusso informativo obbligatorio tra autorità giudiziaria, ACN e Ministero dell’Interno. Viene delineato un modello di law enforcement by design fondato sull’integrazione tra prevenzione tecnologica e strumenti tradizionali di contrasto alla criminalità mafiosa. Infine, si affronta la questione della giurisdizione e della territorialità dei reati informatici, ponendo l’attenzione sulla necessità di criteri sovranazionali condivisi, alla luce della de-localizzazione del locus commissi delicti e della natura ubiquitaria del cyberspazio. L’elaborato adotta un approccio empirico-qualitativo basato sull’analisi di fonti legislative, giurisprudenza, best practices, linee guida europee e rapporti di intelligence, al fine di valutare l’impatto del nuovo impianto normativo sulla tutela della sicurezza nazionale e sul contrasto alla criminalità organizzata in ambiente digitale.File | Dimensione | Formato | |
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