L’indagine, centrata sulla Firenze medicea ed estesa al periodo 1650-1750 circa, dimostra lo stretto intreccio fra generi della ritrattistica – particolarmente familiare – ed evoluzione dei sistemi espositivi, al fine di assicurare l’‘esposizione’ del perfetto profilo nobiliare secondo le consuetudini e le mutevoli esigenze di autorappresentazione. All’esordio si pone un’inedita (certamente per abbondanza) produzione di serie di uomini illustri; gruppi di effigi ideali, raffiguranti antenati che per antichità, azioni e virtù avevano illustrato il passato e continuavano a fornire ‘patenti di nobiltà’ al presente. L’analisi dettagliata della serie Frescobaldi getta luce sui criteri di selezione degli antenati e sul carattere narrativo dell’allestimento, che ambisce all’aggiornamento attraverso l’esecuzione di ritratti di contemporanei simili in formato. D’altro canto, proprio l’evoluzione di simili allestimenti si rivela la spia del cambiamento, che assume caratteri programmatici nel XVIII secolo: nel saggio si fa luce sul progressivo isolamento delle serie storiche rispetto ai ritratti contemporanei – coincidente con l’esaurimento della produzione dei primi – riconoscendone la causa primaria nella ricerca di un carattere documentale, a scapito dell’evocazione del passato insita nelle serie storiche. Gli allestimenti nei palazzi Guadagni e Serristori guidano alla scoperta delle rispettive soluzioni, fino all’imperativo dell’antichità evidenziato dalla raccolta Mannelli (ultimo esempio del saggio), mentre la trasformazione già citata raccolta Frescobaldi nei primi del Settecento rivela il ricorso alla falsificazione di ritratti originali, per onorare l’equazione antichità-prova della nobiltà.

Serie di uomini illustri e raccolte di ritratti di famiglia nella Firenze del Sei e Settecento: un percorso attraverso generi, spazi e funzioni della ritrattistica tra narrazione e documentazione

Focarile Pasquale
2024

Abstract

L’indagine, centrata sulla Firenze medicea ed estesa al periodo 1650-1750 circa, dimostra lo stretto intreccio fra generi della ritrattistica – particolarmente familiare – ed evoluzione dei sistemi espositivi, al fine di assicurare l’‘esposizione’ del perfetto profilo nobiliare secondo le consuetudini e le mutevoli esigenze di autorappresentazione. All’esordio si pone un’inedita (certamente per abbondanza) produzione di serie di uomini illustri; gruppi di effigi ideali, raffiguranti antenati che per antichità, azioni e virtù avevano illustrato il passato e continuavano a fornire ‘patenti di nobiltà’ al presente. L’analisi dettagliata della serie Frescobaldi getta luce sui criteri di selezione degli antenati e sul carattere narrativo dell’allestimento, che ambisce all’aggiornamento attraverso l’esecuzione di ritratti di contemporanei simili in formato. D’altro canto, proprio l’evoluzione di simili allestimenti si rivela la spia del cambiamento, che assume caratteri programmatici nel XVIII secolo: nel saggio si fa luce sul progressivo isolamento delle serie storiche rispetto ai ritratti contemporanei – coincidente con l’esaurimento della produzione dei primi – riconoscendone la causa primaria nella ricerca di un carattere documentale, a scapito dell’evocazione del passato insita nelle serie storiche. Gli allestimenti nei palazzi Guadagni e Serristori guidano alla scoperta delle rispettive soluzioni, fino all’imperativo dell’antichità evidenziato dalla raccolta Mannelli (ultimo esempio del saggio), mentre la trasformazione già citata raccolta Frescobaldi nei primi del Settecento rivela il ricorso alla falsificazione di ritratti originali, per onorare l’equazione antichità-prova della nobiltà.
2024
978 88 222 6926 3
Ritrattistica, Firenze, Display of art, collezionismo, genealogia, uomini illustri
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Descrizione: Serie di uomini illustri e raccolte di ritratti di famiglia nella Firenze del Sei e Settecento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11771/36940
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