L’immagine del doppio arcobaleno in Paradiso XXXIII 115-120 ha l’altissima funzione teologica di un tentativo poetico di descrivere la Trinità. L’immagine, tuttavia, può essere spiegata non solo attraverso le sue ben note fonti bibliche, ma anche mediante una fonte squisitamente filosofica come la Meteorologia di Aristotele (con le sue numerose riprese medievali). In particolare, il testo di Aristotele propone una concezione tricromatica dell’iride, tratta il fenomeno del doppio arcobaleno, e discute, in connessione con questi temi, anche il fenomeno dell’alone circolare, lunare o solare: tutti aspetti centrali per l’immagine di Dante. Tra i commentatori di Aristotele, Alberto Magno sottolinea con particolare efficacia l’impossibilità (già aristotelica) della rappresentazione artistica dell’arcobaleno, così come il ‘mistero naturale’ che presiede alla derivazione reciproca dei colori dell’iride. Alfredo di Sareshel considera addirittura il fenomeno come 'arcus angelicae considerationis', enfatizzando l’estrema difficoltà della sua trattazione. Un tema in apparenza di pura filosofia naturale si rivela quindi il perfetto contraltare dell’immagine matematica del 'geomètra' che tenta di quadrare il cerchio, sottolineando come la poesia di Dante non rinunci all’apporto della riflessione razionale fino all’estremo punto del congiungimento con Dio.
«Come iri da iri». Meteorologia aristotelica e teologia filosofica nella Commedia
Marco Signori
2021-01-01
Abstract
L’immagine del doppio arcobaleno in Paradiso XXXIII 115-120 ha l’altissima funzione teologica di un tentativo poetico di descrivere la Trinità. L’immagine, tuttavia, può essere spiegata non solo attraverso le sue ben note fonti bibliche, ma anche mediante una fonte squisitamente filosofica come la Meteorologia di Aristotele (con le sue numerose riprese medievali). In particolare, il testo di Aristotele propone una concezione tricromatica dell’iride, tratta il fenomeno del doppio arcobaleno, e discute, in connessione con questi temi, anche il fenomeno dell’alone circolare, lunare o solare: tutti aspetti centrali per l’immagine di Dante. Tra i commentatori di Aristotele, Alberto Magno sottolinea con particolare efficacia l’impossibilità (già aristotelica) della rappresentazione artistica dell’arcobaleno, così come il ‘mistero naturale’ che presiede alla derivazione reciproca dei colori dell’iride. Alfredo di Sareshel considera addirittura il fenomeno come 'arcus angelicae considerationis', enfatizzando l’estrema difficoltà della sua trattazione. Un tema in apparenza di pura filosofia naturale si rivela quindi il perfetto contraltare dell’immagine matematica del 'geomètra' che tenta di quadrare il cerchio, sottolineando come la poesia di Dante non rinunci all’apporto della riflessione razionale fino all’estremo punto del congiungimento con Dio.File | Dimensione | Formato | |
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