Focalizzandosi sulla terza e quinta versione di L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin, questo saggio analizza la nozione di ‘inconscio ottico’ nel suo rapporto con la fotografia e il cinema e con la funzione che essi hanno nella definizione della sfera percettiva. Nella prima parte si propone di esplorare il modo in cui Benjamin articola l’idea della storicità della percezione (esaminando gli scritti degli anni Venti e l’influenza di autori come Lázló Moholy-Nagy) così come il ruolo del corpo del vivente come soggetto principale delle rappresentazioni fotocinematografiche; le tesi benjaminiane vengono messe a confronto con l’uso che della fotografia e delle immagini in movimento fece la fisiologia tardo ottocentesca, ed Étienne-Jules Marey in particolare. Nella seconda parte ci si propone di ricostruire brevemente alcune delle fonti dell’epistemologia mareysiana attraverso la fisiologia tedesca, mettendo a fuoco il problema della non-mimeticità del rapporto stimolo-risposta e il suo impatto sulla questione del referente dell’immagine fotografica.

La natura che parla all’occhio, la natura che parla alla macchina. Piccola storia della nozione di inconscio ottico

Bertelli, Linda
2024-01-01

Abstract

Focalizzandosi sulla terza e quinta versione di L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin, questo saggio analizza la nozione di ‘inconscio ottico’ nel suo rapporto con la fotografia e il cinema e con la funzione che essi hanno nella definizione della sfera percettiva. Nella prima parte si propone di esplorare il modo in cui Benjamin articola l’idea della storicità della percezione (esaminando gli scritti degli anni Venti e l’influenza di autori come Lázló Moholy-Nagy) così come il ruolo del corpo del vivente come soggetto principale delle rappresentazioni fotocinematografiche; le tesi benjaminiane vengono messe a confronto con l’uso che della fotografia e delle immagini in movimento fece la fisiologia tardo ottocentesca, ed Étienne-Jules Marey in particolare. Nella seconda parte ci si propone di ricostruire brevemente alcune delle fonti dell’epistemologia mareysiana attraverso la fisiologia tedesca, mettendo a fuoco il problema della non-mimeticità del rapporto stimolo-risposta e il suo impatto sulla questione del referente dell’immagine fotografica.
2024
Walter Benjamin, inconscio ottico, percezione, fotografia, automatismo, Étienne-Jules Marey, temps perdu.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11771/27378
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